Fra i mille gioielli poco conosciuti della Calabria, ce n’è uno così prezioso, da essere stato inserito nel “Registro delle Memorie del Mondo” dall’UNESCO ( nella sezione The Memory of the World). Custodito a Rossano, in provincia di Cosenza, all’interno del Museo Diocesano e del Codex Purpureus Rossanensis, troverete questo antico evangelario miniato di origine bizantina, manoscritto su carta pergamena color porpora! Ovviamente Rossano non è solo il Museo Diocesano e del Codex, cosi come l’esposizione museale non è solo il prezioso Codex Purpureus Rossanensis e, in questo articolo. vi porto alla scoperta di cosa vedere al suo interno e nei dintorni prossimi!
Quanti di voi lo conoscevano già?
Vale anzitutto la pena approfondire la conoscenza di questo documento eccezionale, forse anche un po’ misterioso. Ma è importante conoscere, oltre del Museo, l’attigua Cattedrale di Rossano, intitolata a Maria Santissima Achiropita.
Comprenderete appieno il perchè vi invito ad inserire il Borgo di Rossano fra i luoghi da non perdere assolutamente, in ogni viaggio in Calabria!

Cosa vedere a Rossano oltre il Museo Diocesano e del Codex -La Cattedrale Maria Santissima Achiropita
The Memory of the World UNESCO:
Il Codex Purpureus al Museo
Diocesano di Rossano
Chiedo venia ai cultori delle vacanze balneari o agli appassionati di sci in montagna, se per un attimo vi distolgo dagli amati lidi calabresi che danno su un mare cristallino spettacolare, o dalle piste da sci della Sila e dall’Aspromonte!
La Calabria è una destinazione per tutte le stagioni e per tutte le esigenze, ma è anche vero che fra una nuotata o una discesa, in questa Regione ci sono dei borghi imperdibili e delle attrazioni, che da sole valgono un viaggio!
E’ il caso di Rossano, un Paese suddiviso fra la sua parte marina, incastonata sulla splendida Costa degli Achei, ed il suo antico centro storico, abbarbicato sui contrafforti dei vicini rilievi della Sila Greca!
In molti chiamano Rossano “La Bizantina” ed è da qui che voglio iniziare, per fare con voi un affascinante “viaggio nel viaggio” nella storia e nei luoghi di una Calabria che, ancora una volta, saprà stupirvi oltre ogni aspettativa!
Cosa è il programma UNESCO Memory of the World,
“Le Memorie del Mondo”
Per meglio comprendere di cosa sto parlando, credo sia utile spiegare brevemente cosa sia il programma UNESCO “Memorie del Mondo”, e quali siano i fini principali della sua istituzione.
L’UNESCO, ha istituito The Memory of the World nel 1992 per contribuire alla protezione, alla conservazione e all’accesso alle generazioni future del patrimonio mondiale documentario.
Si tratta di beni universali che appartengono alla memoria collettiva di tutto il mondo, messi a rischio dalle ingiurie del tempo, dalle guerre e dall’illegalità e che per tale motivo, devono essere oggetto di tutela e valorizzazione.
Quali sono le Memorie del Mondo italiane?
Nel Registro delle Memory of the World sono iscritti 381 beni documentali, provenienti dai 527 Paesi e Organizzazioni, che hanno aderito al programma.
Fra questi preziosi documenti iscritti al programma UNESCO “Memoria del Mondo”, 8 sono Beni Italiani e sono:
- La Biblioteca Malatestiana di Cesena, iscritta nel 2005
- La Collezione della Biblioteca Corviniana, iscritta nel 2005 come bene transnazionale insieme ad Austria, Belgio, Francia, Germania e Ungheria;
- L’ Archivio Storico Diocesano di Lucca, iscritto nel 2011;
- L’ Archivio storico dell’Istituto LUCE, iscritto nel 2013;
- Il magnifico Codex Purpureus Rossaniensis, iscritto nel 2015;
- La Collezione dei calendari lunari di Barbanera, iscritta nel 2015:
- Il Codice Fiorentino presso la Biblioteca Medicea Laurenziana, opera del Frate francescano Bernardino de Sahagun, iscritto nel 2015 come bene documentario transnazionale, con Messico Paese capo fila e Spagna;
- Le opere del compositore brasiliano Antonio Carlos Gomes, iscritte nel 2017 come bene transnazionale, con il Brasile come Paese capofila.
Fra queste 8 Memory of the World dell’UNESCO a rappresentare la cultura documentale italiana, c’è quindi il Codice Purpureo di Rossano, uno dei sette codici orientali miniati esistenti al mondo, 3 scritti in siriano e 4 in greco, sicuramente la testimonianza biblica scritta, meglio conservata della cristianità.
Per meglio comprendere il perchè dell’importanza a livello mondiale del Codex, vi lascio anche un piccolo contributo/raffronto sui 4 Codici miniati esistenti scritti in greco.
Il Programma “Memoria del Mondo” protegge dall’amnesia
collettiva. Mira a garantire l’accesso universale e
permanente e a preservare il patrimonio documentario.”
– Citazione tratta dal Sito UNESCO –
Informazioni, curiosità e dettagli utili sugli altri codici e sul Codex
Quali sono i 4 codici orientali miniati scritti in greco e dove si trovano
- Il Manoscritto 5111 o Genesi Cotton, in possesso della British Library di Londra
- Il Wiener Genesis, un frammento del libro della Genesi, nella traduzione greca septuaginta, conservata presso la Osterreichische Nationalbibliothek di Vienna (costituita da 26 fogli, 24 dei quali miniati):
- Il Codice o frammento N, (contenente una miniatura sulla lavanda dei piedi), conservato nella ex Biblioteca statale pubblica Saltykov-Ščedrin, oggi Biblioteca Nazionale della Federazione Russa a San Pietroburgo. L’antico evangelario, risalente al VI secolo, fu acquistato dall’imperatore Nicola II, ed entrò a far parte della Biblioteca Pubblica Imperiale, nel 1896.
- Il Codice Sinopense, scoperto nel 1899 a Sinope, in Turchia, custodito presso la Bibliothèque National di Parigi (formato da 43 fogli e 5 miniature);
- Da ultimo, c’è il nostro manoscritto del Codex Purpureus Rossanensis, conservato al Museo Diocesano e del Codex a Rossano (Qui il link al sito ufficiale), costituito da 188 fogli di pergamena ovina, suddivisi in 376 pagine che racchiudono 15 tavole miniate raffiguranti scene tratte dalla vita di Gesù.
Approfondimenti sul codice purpureo di Rossano e i motivi che lo hanno portato a divenire una Memoria del Mondo UNESCO
Il Manoscritto del Codex, risalente al V-VI secolo d. C., ricomprende l’intero Vangelo di Matteo, una parte di quello di Marco e la lettera di Eusebio a Carpiano.
Sulla sua provenienza e sull’autore (o gli autori) del prezioso codice, esistono alcune intriganti ipotesi storiche, di cui vi scriverò più avanti, in questo stesso articolo.
L’opera, prima di essere proposta per l’inserimento fra le Memory of the World, è stata sottoposta nel 2012 al restauro e ad una serie di approfondite indagini scientifiche, curati dall’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario di Roma. I restauri hanno cercato di sanare alcuni danni al prezioso documento, arrecati da un precedente intervento consolidativo a carico della pergamena, curato nel 1919 da Nestore Leoni, con l’utilizzo di gelatina stesa a caldo.
Quello che oggi ci è dato di vedere, sarebbe però ciò che resta degli iniziali due tomi, di cui il manoscritto era complessivamente composto.
Tali indagini hanno permesso, fra l’altro, di chiarire una serie di “segreti”, circa le modalità e le tecniche utilizzate nella realizzazione del Codex, come ad esempio, l’utilizzo dei coloranti vegetali e di metalli preziosi.
Si è compreso ad esempio, che:
- Il color porpora della pergamena è dovuto all’utilizzo dell’oricello, estratto da alcune specie di licheni;
- L’oro e l’argento sono stati utilizzati come metalli puri o mescolati, nel caso dell’argento, con piccole quantità di altri metalli;
- Il colore viola è stato ottenuto dalla lacca di sambuco:
- Il colore bianco è dovuto all’utilizzo della Biacca,
- Il colore blu è stato ottenuto mescolando polvere di lapislazzuli e indaco;
- Il colore rosso è stato ottenuto dal minio, ma anche dal cinabro e dal rosso di piombo.
Piccoli grandi dettagli di un vero capolavoro artistico di grande eleganza stilistica, che mantiene inalterata nel tempo la testimonianza della vocazione alla pura bellezza e alla spiritualità di una terra, la Calabria, che sa emozionare chi sa guardare con gli occhi dell’anima e del cuore!

Il Codex Purpureus Rossanensis nel Museo Diocesano e del Codex a Rossano- Memory of the World UNESCO
Memory of the World UNESCO a Rossano,
“La Bizantina”.
Tracce di culture Antiche in Calabria
Ci troviamo a Rossano anzi, a Rossano-Corigliano Calabro, visto che i due paesi dell’alto Jonio cosentino, si sono fusi dal punto di vista amministrativo nel 2018.
Siamo sul versante jonico della Calabria, una zona di una bellezza mozzafiato dal punto di vista paesaggistico e naturalistico, disseminata di impronte archeologiche e storiche magnifiche, lasciate in eredità dalla cultura magno-greca e Bizantina.
Un incanto da scoprire in un’esperienza emozionale unica, che va di pari passo con le emozioni donate dall’ammirare paesaggi a volte aspri che sanno aprirsi ad una dolcezza sconfinata, che riescono a mescolarsi magicamente con la poesia della Storia, della cultura e le tradizioni di luoghi, che possono apparire senza tempo!

Cosa vedere al Museo Diocesano e del Codex – Tavola dei Canoni del Codex Purpureus Rossanensis – Memory of the world UNESCO a Rossano
Eppure, lo ammetto! Sono riuscita a visitare Rossano e anche Corigliano solo nell’estate del 2019, potendo così ammirare in prima persona il centro storico rossanese, ma anche il vicino Castello Ducale di Corigliano Calabro e, dulcis in fundo, il Museo della Liquirizia “Giorgio Amarelli”.
Ma tornando a Rossano e alla “Memory of the World UNESCO” rappresentata dal Codex Purpureus Rossanensis, mi piace accumunare la visita a questo borgo e all’esposizione museale, al lascito della cultura bizantina e dal suo misticismo, a questa meravigliosa terra
La cultura bizantina, infatti, rappresenta una traccia secolare e radicata in molte zone della Calabria, morfologicamente così simili alla Grecia, alla Cappadocia o al Medio Oriente.
Qui arrivarono i monaci orientali e basiliani (monaci dell’ordine di San Basilio, fondatore), spinti dall’espansione islamica nelle province orientali, seguita dalle persecuzioni dell‘iconoclastia.
In Calabria questi monaci trovarono un substrato che permetteva (e lo permette ancora) di trovare luoghi solitari e lontani dalle tentazioni umane.
Qui la gente del posto, è poi riuscita a mescolare il proprio sapere con quello degli asceti bizantini, acquisendone nel tempo la lingua, la cultura e la conoscenza delle discipline religiose, letterarie e scientifiche.
L‘hesychìa Basiliana poi, non sottraeva questi monaci dal dedicarsi anche alla meritoria conservazione di codici, immagini sacre, opere d’arte e della cultura greco-latina.
Eremiti e monaci, che nel tempo hanno lasciato le testimonianze artistiche e letterarie della propria presenza in Calabria attraverso le icone, gli affreschi, i codici, i monasteri e le piccole chiesette bizantine, che ancora oggi è possibile ammirare e visitare.
Senza dimenticare che sia San Giovanni Theristis di Bivongi che San Nilo di Rossano, sono stati due personaggi, oltre che monaci, che a lungo hanno operato in questa terra!
Fra i luoghi “bizantini in Calabria” di cui in qualche caso ho già avuto modo di scrivere su questo stesso blog, vi segnalo:
-
La Cattolica di Stilo e il vicino Monastero di San Giovanni Theristis, nella “Vallata Bizantina dello Stilaro”, in comune di Bivongi. In quest’ultimo Monastero si celebrano ancora oggi le liturgie secondo il rito ortodosso ed è meta di pellegrinaggi.
- Il Monastero Ortodosso di Sant’Elia e Filareto a Seminara, restaurato nel 2005
-
La chiesetta ortodossa di Gallicianò “Panaghìa tis Elladas” (la Madonna dei Greci), riaperta al culto nel 1999
-
L’Abbazia di Santa Maria di Tridetti a Staiti, oggi monumento Nazionale
-
Il Patìrion, chiamato anche Abbazia di Santa Maria del Patire e l’Oratorio di San Marco a Rossano. Senza dimenticare la sacra icona della Madonna Acheropita, che si trova nella Cattedrale di Rossano, dedicata a Maria Santissima Achiropita. E’ nella sacrestia di questa splendida Chiesa che nel 1879, venne recuperato il Codex Purpureus Rossanensis, la nostra splendida Memoria del Mondo UNESCO!
Sono solo alcune pillole della Bizantinità della Calabria, ma sono certa che possano tornarvi utile a comprendere i mille come e perchè, il Codice Purpureo sia arrivato fin qui, a Rossano, già nota ed affermata come ” La Bizantina”.

Particolari della miniatura “La scelta tra Gesù e Barabba – Foto gentile concessione del @Museo Diocesano e Del Codex
Il Museo Diocesano e del Codex a Rossano:
Il luogo della Memoria del Mondo UNESCO
e del Codex Purpureo Rossanese
Un vero gioiello questo Museo Diocesano, che accoglie dal 1952 le testimonianze storiche e spirituali della Diocesi di Rossano-Cariati!
L’esposizione museale è stata ricavata inizialmente dai locali della vecchia sacrestia dell’attigua Cattedrale di Rossano, dedicata a Maria Santissima Achiropita, e successivamente ampliata utilizzando alcuni locali del vicino Palazzo Arcivescovile.
Risistemato, ampliato ed ammodernato, questo spazio espositivo è stato inaugurato così come oggi lo potete ammirare, nel Luglio del 2016.
Si tratta di uno spazio museale di grande fascino, che riesce a proiettare i visitatori e gli studiosi in una visita immersiva, utilizzando le più moderne tecnologie interattive multimediali!
Attraverso i sistemi touch-screen, gli sfogliatori multimediali e i documentari, è infatti possibile cogliere la narrazione dei più importanti dettagli del Codex Purpureus e dei molti altri oggetti sacri che qui potete ammirare!
Nello schema sottostante, potete coglier meglio la suddivisione degli spazi espositivi ed il percorso museale
Il percorso espositivo al Museo Diocesano e del Codex è suddiviso su due ali, separate fra loro da un corridoio.
Un’ala è dedicata interamente al Codex Purpureus Rossanensis, mentre la seconda ricomprende oggetti artistici e religiosi dedicati alla Storia ultra millenaria della Diocesi di Rossanno-Cariati.
Il percorso che porta alla sala museale del Codex, è preceduto dalla proiezione di un interessantissimo e scenografico documentario, nel quale vengono esposte le varie teorie circa la provenienza del prezioso Codice miniato, sugli autori e i committenti dell’opera, oltre ad illustrare la storia del ritrovamento del preziosissimo evangelario.
Storie, ipotesi e testimonianze sul Codex Purpureus Rossanensis
Nel documentario e nei pannelli esplicativi, viene evidenziato come la provenienza del Codice Rossanese sia ancora non certissima, anche se molti studiosi accreditano la sua provenienza da Antiochia in Siria.
Il colore purpureo della pergamena, gli scritti in oro e argento, l’uso del “maiuscolo biblico” e la preziosità dei materiali utilizzati per dipingere le figure miniate, fanno pensare che il committente dell’opera possa essere stato un personaggio altolocato del tempo, se non addirittura alla stessa corte dell’imperatore di Bisanzio.
Anche sull’approdo a Rossano del Codex vi sono diverse teorie, anche se le più probabili rimangono quella che vede il codice trasportato sin qui da un monaco, o da un gruppo di monaci fuggitivi, durante le persecuzioni l’iconoclaste, o quella che vede il prezioso manoscritto arrivare a Rossano al seguito di un alto dignitario bizantino.
Si può supporre che il Codex Purpureus Rossanensis venisse utilizzato nel corso delle liturgie in lingua greca, anche se la prima testimonianza scritta che si ha della sua esistenza a Rossano, risale al 1831 ad opera di Scipione Camporota, canonico della Cattedrale.
Successivamente nel 1846 Cesare Malpica, descrive il Codex nel saggio “La Toscana, l’Umbria e la Magna Grecia: impressioni”, mentre nel 1880 i tedeschi Oskar von Gebhardt e Adolf von Harnach, nello scritto “Evangeliorum Codex Graecus Purpureus Rossanensis”, lo portano alla ribalta della cultura europea, “battezzandolo” con il nome che ancora oggi è in uso.

Particolari della Sala del Codex – Foto gentile concessione del @Museo Diocesano e Del Codex a Rossano
La Sala del Codex Purpureus Rossanensis
Lo scrigno delle Memory of the World
UNESCO a Rossano
E poi si arriva nella sala del Codex Purpureus Rossanensins, in punta di piedi, felici di poter ammirare con i propri occhi questo documento preziosissimo ed unico al mondo, poggiato in una scatola in seta e custodito all’interno di una teca di cristallo climatizzata e costantemente monitorata.
Per la grande delicatezza dell’antico manoscritto, sono state prese infatti tutte le misure che la tecnologia mette a disposizione per preservarlo dal deterioramento, ed anche la semplice operazione dello sfoglio, viene effettuato con grande accortezza e solo una volta all’anno, dal personale del museo addestrato per l’operazione!
Quello che nel corso di ogni visita si riesce a vedere, sono le pagine sulle quali il Codex è aperto, mentre le altre si possono visualizzare attraverso lo “sfogliatore digitale” del manoscritto.
Per i più curiosi e con molte domande da fare, c’è poi il gentilissimo personale del Museo, sempre pronto a rispondere ai vostri quesiti e agli approfondimenti!
Personalmente, di domande, credo di averne poste davvero tantissime anche alla vice-direttrice del Museo, Cecilia Perri, con la quale mi sono a lungo intrattenuta e che, molte cose mi ha svelato di questo gioiello e del nuovo allestimento museale, approntato dopo l’avvenuto riconoscimento ed inserimento del Codex, da parte dell’UNESCO, nel 2015, nel Registro delle “Memory of the World”!
Al momento della visita, ho avuto modo di ammirare nella teca le pagine sulle quali sono miniati la scena di “Gesù nei Getsemani” e in quella accanto, la “Tavola dei Canoni”, che ho già inserito come cover a questo articolo! Le altre nell’installazione multimediale!
Ammiratele nel dettaglio, guardate le preziosità stilistiche e i colori delle miniature!

Particolari della miniatura “Il ritratto di Marco” – Foto gentile concessione del @Museo Diocesano e Del Codex di Rossano

Particolari della miniatura “L’ultima cena e la lavanda dei piedi” – Foto gentile concessione del @Museo Diocesano e Del Codex di Rossano
L’arte Sacra nel Museo Diocesano:
Non solo Codex e Memory of the World a Rossano
La seconda ala del Museo Diocesano e del Codex, è dedicata all’arte sacra ed alla Storia della Diocesi di Rossano-Cariati. In questa ala si possono visitare sei sale tematiche e una sezione dedicata agli argenti, quest’ultima contenente diversi preziosi suppellettili provenienti dal “tesoro della Cattedrale”.
Vi consiglio di non tralasciarne la visita a questa parte del Museo, perchè potrete ammirare delle opere di alto valore storico ed artistico.
Fra i tanti oggetti esposti spiccano uno specchio in bronzo fuso risalente al periodo magno-greco (V secolo a.C.), l’anello-sigillo in argento e pasta vitrea denominato di S. Nilo, risalente al XIII secolo, la meravigliosa “sfera greca” del XVI secolo in stile gotico, la splendida “Tavoletta della Pace”, che potete vedere nella foto, datata fra la fine del XVI secolo e l’inizio del XVII secolo, realizzata su pergamena dipinta e con una cornice in ebano preziosissima, ricca di pietre da ornamento!

Cosa vedere al Museo Diocesano e del Codex a Rossano – Specchio magno greco bronzeo del V secolo a.C.
Molto interessanti da vedere poi, i calici, i reliquiari, i bacoli arcivescovili, la statuetta dell’Achiropita in argento del XVII secolo, il tabernacolo in ebano intagliato e bronzo cesellato, di squisita manifattura napoletana, le corone, i vari dipinti sacri, le tele e molto altro ancora!
Come spesso ripeto, la Calabria sa sempre stupire e fornire uno spunto per farsi visitare!
Cogliete fra le righe di ciò che ho scritto, l’invito per scoprire voi stessi, tutta la bellezza di questo prezioso codice miniato, inserito nel Registro UNESCO Memory of the World, che trovate proprio qui a Rossano!
A portata di mano, per iniziare un affascinante Viaggio nella Calabria Bizantina!

Cosa vedere al Museo Diocesano e del Codex a Rossano-Manta dell’Achiropita di Orazio Scoppa – XVII secolo
Memory of the World UNESCO a Rossano –
Informazioni utili per visitare
il Museo Diocesano e del
Codex Purpureus Rossanensis a Rossano
Di seguito trovate le indicazioni, le informazioni, i costi ed i contatti utili per poter visitare anche voi il Museo Diocesano e del Codex a Rossano e ammirare il Codex Purpureus Rossanensis
Ubicazione del Museo Diocesano e del Codex
Via Arcivescovado, 5 87067 Rossano (Cs)
tel./fax.0983.525263
Recapito cellulare +39.340.4759406
E-mail: info@museocodexrossano.it
Costi del biglietto di Entrata
5 Euro – biglietto intero
4 Euro – Biglietto ridotto per Gruppi di minimo 20 persone, per i residenti a Corigliano-Rossano, per i Soci Amei, Fai, Icom, per i membri del clero e i seminaristi.
3 Euro – Costo del biglietto per le scolaresche e i bambini da 7 a 14 anni
La tariffa di ingresso include la visita guidata nel Museo Diocesano e del Codex a Rossano, che vengono effettuate ogni 30 minuti.
Orari di Visita al Museo Diocesano e del Codex
Orario Invernale, dal 16/09 al 30/06
09.30/12.30 – 15.00/18.00
Orario Invernale Festivo
10.00/12.00 – 16.00/18.00
Giorni di chiusura: tutti i Lunedì 1 gennaio, Pasqua, 25 dicembre
Orario Estivo, dal 01/07 al 15/09
09:30-13:00 16:30-20:30
Giorno di chiusura il lunedì

Cosa vedere al Museo Diocesano e del Codex a Rossano – Tavola della Pietà del XV secolo, di Andreas Pavias
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Dove si trova il Museo Diocesano
e del Codex Purpureus Rossanensis,
la Memory of the World UNESCO a Rossano
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3 comments
L’ho studiato all’università durante un corso di arte medievale e da allora me ne sono innamorata pazzamente. E’ da una vita che manco dalla Calabria e il Codex di Rossano fa parte della mia lunga lista calabrese delle cose da fare!
Ciao carissima! Anzitutto ti auguro di poterlo ammirare presto con i tuoi occhi al Museo Diocesano e del Codex a Rossano!
L’altra cosa da dire è che in molti, purtroppo, ancora non conoscono pienamente questo gioiello, che rientra fra i Patrimoni UNESCO! Sembra quasi assurdo, ma a non conoscerne l’esistenza, sono soprattutto gli stessi calabresi! Per questo ho deciso di scriverne
A presto
Mimì
Hai fatto bene: la Calabria è poco conosciuta e ha tanto da offrire! Si conosce soprattutto la Costa degli Dei ma poi l’entroterra è un mistero!