Monumentale e poliedrica, antica ma anche moderna, Torino offre sempre mille motivi per essere visitata. Senza dimenticare che la città della Mole è anche una testimonial eccezionale della creatività e dell’eccellenza del made in Italy. Vale quindi la pena visitare uno dei Musei d’Impresa più rappresentativi di Torino e delle tradizioni culturali italiane: il Museo Lavazza. Un museo dedicato alla bevanda più amata dagli italiani, il caffè. Perché la Torino città del Caffè di Luigi Lavazza e sede della Nuvola di Lavazza, raccoglie le testimonianze di un prodotto che nasce dalla richiesta della gente, divenendo parte della storia e della memoria culturale di tutti noi italiani. Con questo articolo vi porto a scoprire perché visitare il Museo Lavazza a Torino, cosa potrete vedere al suo interno, le esperienze di cultura e sostenibilità di cui questa azienda si è fatta portavoce, aderendo al progetto “TOward 2030. What are you doing?”.
Che ne pensate di lasciarvi sedurre dalla Nuvola di aroma che emana da una buona “tazzulella”, immergendoci nella storia innovativa e appassionata della famiglia Lavazza e del loro amore per il caffè e ciò che lo contorna?
I mille perchè Visitare il Museo Lavazza a Torino.
Lo ammetto: sono una grande consumatrice di caffè, a casa, al bar e ovunque mi trovi nel mondo. Forse per questo, ma non solo, ho molto gradito la visita al Museo Lavazza, organizzata nell’ambito di un denso Press tour di tre giorni nella Città della Mole da Turismo Torino e Provincia.
Ho avuto così il piacere di scoprire il “dietro le quinte” della tazzina più nota al mondo. Dal punto di vista storico, ma anche da quello dello sviluppo ed affinazione del gusto e della qualità del prodotto.
Parafrasando la frase del grande Nino Manfredi, in uno slogan storico coniato dall’azienda torinese, visitare il Museo Lavazza a Torino è un vero piacere che ci porta alla scoperta della storia, dei valori e dell’impegno presenti sin dagli albori in questo Brand.
“ll caffè è un piacere, se non è buono che piacere è?
Attività della Lavazza che oggi si concretizzano non solo nella vendita e nel marketing, ma anche in varie iniziative collegate a progetti di:
- Produzioni responsabili, sostenibilità e dignità del lavoro, portati aventi della Fondazione Giuseppe e Pericle Lavazza Onlus;
- Promozione e realizzazione di progetti di inclusività sociale e formazione professionale nel quartiere Aurora di Torino. “A.A.A. – (Tripla A) – Accoglie, Avvicina, Accompagna”. Dedicato ai giovani.
- Diffusione, in collaborazione con la Città di Torino, dei 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile elaborati dall’ONU, attraverso la Street Art ed i murales di “TOward 2030. What are you doing?”.
Sono solo tre esempi di come “la tazzina di Caffè Lavazza” possa divenire protagonista nei più svariati segmenti della nostra vita. Ma anche essere alla base di un museo coinvolgente, istruttivo e divertente, diverso dai soliti!
Una visita intrigante che non può che partire dalla conoscenza del suo artefice e fondatore: Luigi Lavazza, cui è dedicata, nel museo, la sezione “Casa Lavazza” .
Visitare il Museo Lavazza a Torino:
Quattro passi nella sua Storia.
Dal Blend di Luigi Lavazza
al Brand della Nuvola del Caffè.
Un uomo dotato di grande intuito e creatività, Luigi Lavazza.
Nato nel 1859 a Murisengo, si trasferisce a Torino nel 1885 per tentare di migliorare il proprio tenore di vita lavorativa e proseguire il ciclo di studi. È in questa città che Luigi inizia la propria “attività imprenditoriale”, rilevando nel 1894 una vecchia drogheria, grazie ad un prestito di 50 lire. Nel negozio vende principalmente olio, zucchero e caffè. Un caffè che rappresenta “una vera novità” per i tempi.
La piccola drogheria viene quindi trasformata in società a conduzione familiare nel 1895. Sino ad allora, il caffè veniva tostato per singola coltura, ma Luigi acquista varie qualità di caffè crudo, le mescola secondo proprie ricette ed effettua la tostatura delle miscele di chicchi direttamente nel retro del negozio. Nasce così la miscela di caffè torrefatti per “uso familiare”, che tanto piace ai suoi avventori.
Con i guadagni ottenuti, l’azienda inizia a vendere la miscela di caffè anche fuori Torino e migliora, nel tempo, la qualità dei macchinari utilizzati, la capacità di torrefazione e il confezionamento.
Siamo nel 1923 e la Lavazza ha raggiunto il primato di essere in vetta alle aziende italiane che lavorano il Caffè, tanto che, nel 1927, viene fondata la Società anonima Luigi Lavazza, alla quale partecipano i componenti della famiglia.
Tante sono le tappe successive nell’evoluzione del celebre marchio di caffè. Ve le ritroverete tutte visitando il Museo Lavazza, ovviamente.
Qui di seguito però, voglio segnalarvi alcuni passaggi “storicamente” importanti:
- Anno 1947 – È l’anno del primo logo Lavazza;
- 1949 – Viene brevettata la prima lattina di caffè Lavazza;
- Anno 1965– È l’anno del primo “Carosello” televisivo che vede protagonisti “Caballero e Carmencita”. Non so voi, ma ho dei ricordi d’infanzia bellissimi legati a questi personaggi realizzati da Armando Testa.
- Anno 1979– Viene realizzata da Marco Zanuso la caffettiera Carmencita.
Un vero viaggio nel viaggio, che dall’umile attività avviata da Luigi Lavazza, si trasforma, in quasi 130 anni, in una delle più importanti aziende italiane.
Visitare il Museo Lavazza a Torino:
Il complesso della Nuvola Lavazza
ed il Quartiere in cui si trova.
Il complesso della Nuvola Lavazza è ubicato nel Quartiere Aurora, una zona da sempre strategica e complessa, posta com’è tra il limite esterno del centro storico di Torino e l’Ottocentesca Cinta Daziaria.
Un quartiere che racchiude i segni della storica prima e seconda industrializzazione della città, la zona di Porta Palazzo con l’iconico mercato all’aperto cittadino, Borgo Dora, con la struttura del vecchio Ospedale Cottolengo e il nucleo di Valdocco, con il santuario di Maria Ausiliatrice e l’Oratorio di S. Giovanni Bosco.
In tutto questo, l’insieme del Centro Direzionale Lavazza, sviluppato dallo studio CZA Cino Zucchi Architetti, rappresenta la chiara volontà, espressa dalla famiglia Lavazza, di porre le basi per un’importante azione di riqualificazione urbana su di un’area urbana in precedenza dismessa e con pochi spazi collettivi.
Un rapporto con la città che si stringe ancora una volta e che, vi confesso, mi piace da morire, in un momento in cui molte aziende “lasciano” il suolo natio. Un senso di continuità che non lascia indifferenti.
Quali sono gli spazi
che costituiscono la Nuvola Lavazza?
La “Nuvola Lavazza”, con il suo armonioso rincorrersi di edifici curvilinei e spazi verdi, è stata inaugurata nel 2018. Prima di visitare il Museo Lavazza, vi invito a soffermarvi ad ammirare i vari spazi che costituiscono l’insieme delle Nuvola, e cioè:
- La Centrale;
- Il Museo Lavazza;
- La Piazza Verde;
- L’Area Archeologica;
- L’Headquarter Lavazza.
Come potrete constatare con i vostri stessi occhi, dei 30.000 mq che costituiscono il complesso della Nuvola Lavazza, fa parte anche un’ex centrale elettrica Enel, realizzata nel 1897 dal torinese Ermenegildo Perini. Ristrutturata e riqualificata, l’area è divenuta “la Centrale Lavazza”, uno spazio dedicato alla realizzazione di mostre, congressi ed eventi. Al suo interno, potrete anche fare una sosta nel Ristorante gourmet Condividere o nel Bistrot “Casa Lavazza”.
Ogni spazio realizzato nella “Nuvola” è stato pensato dall’architetto Cino Zucchi per dialogare con il resto del complesso, avendo come punto di snodo la Piazzetta, uno splendido spazio verde aperto al pubblico, disegnato da Camilla Zanarotti, ingentilito da fontane e sculture a tema, come la una rossa caffettiera Carmencita.
Ma c’è di più, perché nel corso dei lavori di cantierizzazione della struttura, sono stati riportati alla luce i resti archeologici della Chiesa paleocristiana di San Secondo. L’area archeologica è anch’essa visitabile, ma potrete sbirciarla attraverso un’ampia vetrata, passeggiando.
Cosa sapere del Museo Lavazza a Torino
Ma è ora di entrare nei luminosi spazi che accolgono il Museo Lavazza. Nulla viene lasciato al caso all’interno di questo splendido Museo d’Impresa, progettato in modo impeccabile dallo Studio Ralph Appelbaum.
Qui ci si può rendere conto direttamente del perché “La Nuvola” ha ottenuto la certificazione LEED Platinum (Leader in Energy and Environment Design), il prestigioso riconoscimento internazionale per edifici progettati e costruiti secondo criteri di eco-compatibilità ambientale.
Un museo pensato per “dialogare interattivamente” con i visitatori, ma anche per suscitare nella mente evocazioni sensoriali, ricordi e perché no, aromi! Uno storyteller in cui la multimedialità si interfaccia strettamente con la parola scritta, le immagini e il “poter toccare con mano” la storia del Caffè Lavazza, in una preziosa e sinergica operazione di valorizzazione della memoria dell’impresa, ma anche della cultura di questa bevanda in Italia e nel mondo.
Nulla è lasciato al caso, come non sono lasciati al caso i testi utilizzati all’interno del percorso espositivo, curati magistralmente dalla Scuola Holden e supervisionati da Alessandro Baricco. Un’altra realtà torinese di spicco, che ha sede sempre nel Quartiere Aurora.
Visitare il Museo Lavazza a Torino:
Com’è suddiviso il percorso espositivo?
Un percorso museale in cui, a prenderti per mano e guidarti nell’esplorazione, saranno una persona fisica, la guida, e/o ad una “tazzina di caffè interattiva”, che ti sarà consegnata all’ingresso del Museo. L’emula della celebre Lavazza Cup di Claudio Caramel, attiverà di volta in volta il materiale multimediale che sceglierai di approfondire.
L’esposizione museale della Lavazza si articola su 5 gallerie tematiche:
- “Casa Lavazza”,
- “La Fabbrica”,
- “La Piazza”,
- “L’Atelier”,
- “L’Universo”.
- Oltre alle cinque gallerie, troverete anche una zona dedicata alla degustazione del caffè, alla fine della visita all’esposizione museale, e uno Store completamente dedicato.
Cosa vedere nel Museo Lavazza a Torino:
Dalla Hall a Casa Lavazza.
Il primo impatto con il Museo Lavazza parte dalla sua luminosa e accattivante hall, nella quale trovano posto personaggi iconici come Carmencita e Caballero, oltre ad alcune piccole vetture “griffate” che, negli anni ‘50 e ‘60 dello scorso secolo, l’azienda utilizzava per le consegne del Caffè! Ed è subito amore a prima vista con questa struttura!
Un’esplosione di ricordi e sensazioni che tornano a galla. Come dimenticare quei curiosi personaggi in bianco e nero a forma di cono, senza braccia e senza gambe, che vivevano nella “Pampa” e che mi tenevano incollata davanti alla tv? Un momento particolare per ogni bambino, il “Carosello”, mentre la mamma ammoniva: “Dopo si va subito a letto”. Le Storie di “Carmencita e Caballero”, in fondo, erano le nostre piccole” telenovela” di un tempo. Ma quanto piacevano anche ai grandi e quanto, ancora oggi, piacciono!
La cultura del Caffè è radicata nelle tradizioni italiane di ogni famiglia. Verissimo. A casa mia c’era sempre una caffettiera che borbottava sul fuoco, sprigionando l’aroma del caffè gorgogliante nella macchinetta, mentre mia nonna, impaziente, attendeva dietro i fornelli il momento per potere degustare una buona tazzina fumante. Glielo ripetevo spesso che sembrava la testimonial dello spot di Nino Manfredi: “Oh è Lavazza, eh? Più lo mandi giù, più ti tira su”. E quanto rideva, lei!
Quante emozioni dietro una tazzina di caffè, e quanto lavoro e competenze da parte di chi ci opera.
Ma dalle emozioni personali, si passa alla visita del primo ambiente dell’esposizione museale: La Casa di Lavazza.
A Casa Lavazza troverete oggetti, annotazioni e testimonianze storiche delle scelte effettuate da Luigi Lavazza, il capostipite di 4 generazioni di impresa dedicata al caffè. Nell’esposizione museale non mancano immagini e foto di famiglia, della prima drogheria aperta da Luigi Lavazza via San Tommaso, “le sue ricette”, ovvero i piccoli brogliacci su cui venivano annotati i quantitativi di ogni singola miscela lavorata.
Foto e annotazioni che ci ricordano che l’Italia non è un produttore di Caffè. Pensate che solo nel 1934 Luigi ha avuto modo di vedere, in Brasile, una piantagione!
Cosa vedere nel Museo Lavazza a Torino: La Fabbrica
Cosa sarebbe il Museo Lavazza senza la sezione dedicata al re della produzione? Nella “fabbrica” c’è tutto quello che volete sapere sul caffè e dintorni.
Uno spazio interattivo utile ai grandi e piccoli visitatori che vogliono approfondire la conoscenza del caffè, ma anche con i processi che portano i chicchi dalla piantagione alla nostra tazzina, passando per la parte pubblicitaria e la sostenibilità dell’intera filiera.
E’ sicuramente la parte del Museo Lavazza più “didattica”, nella quale l’utilizzo della Lavazza Cup interattiva può fornire la risposta a molte curiosità e dubbi sulla pianta del caffè e dintorni. Utilizzatela “senza parsimonia”, per fare amicizia con questo “mondo”!
Una storia coinvolgente quella del Caffè. Una bevanda che proviene dai semi della specie botanica del genere Coffea, che dall’Etiopia si diffuse prima nella penisola arabica e poi nel resto del mondo “tropicale”. Perché questa pianticella cresce e prospera in paesi dal clima tropicale.
Ai giorni nostri, i primi cinque produttori di caffè al mondo sono il Brasile, il Vietnam, la Colombia, l’Indonesia (dove si produce il giustamente contestatissimo kopi luwak, uno dei caffè più costosi al mondo) e l’Etiopia. La produzione commerciale di caffè si basa, invece, principalmente su due varietà differenti, a fronte delle circa 100 conosciute: l’Arabica la Robusta. Fra le due qualità, la più pregiata e aromatica è l’Arabica.
FOCUS sulla Tostatura del Caffè
Una delle fasi più importanti del processo produttivo del caffè è quella della tostatura. La sua finalità principale è quella di trasformare il caffè verde nel chicco brunito che conosciamo, e definirne le principali caratteristiche di aroma e sapore. E’ anche il processo a cui Luigi Lavazza lavorò molto.
- E’ durante la fase di tostatura che si producono diverse reazioni chimiche e fisiche che producono l’imbrunimento del chicco (la reazione di Maillard), e la caramellazione, un processo che porta a mitigare l’amarezza e a rendere efficaci le proprietà antiossidanti del caffè.
Pensate che è sempre durante la fase di tostatura del caffè che si vengono a sviluppare più 800 sostanze volatili, responsabili dell’aroma di questo prodotto. Ovviamente non si può parlare del caffè senza dire qualche parola sul suo componente principale, la Caffeina, una sostanza stimolante contenuta anche nel tè, nel cacao, nel guaranà e nelle bacche di mate.
Da qui, il consiglio di berne poco ma buono, per non incorrere in effetti poco desiderati!
Cosa vedere nel Museo Lavazza a Torino: La Piazza
Se la piazza rappresenta il cuore culturale di ogni località italiana, allora il Museo Lavazza non poteva esimersi dal dedicare uno spazio a questo concetto.
In questa sala, progettata con maestria, si celebra l’evoluzione culturale e tecnologica del modo in cui gli italiani preparano e gustano il caffè. Attraverso la prospettiva di Lavazza.
Nella Piazza Lavazza fanno bella mostra di sè le prime macchine per il caffè espresso a sviluppo verticale, pensate per stare dietro il bancone del bar. Oggetti d’arte luccicanti e preziosi orami, che danno il via all’epoca del “Caffè Espresso” italiano. Espresso, nel senso di veloce: questo era il senso dato inizialmente alla definizione.
Le prime versioni vennero presentate all‘Esposizione Generale Italiana del 1884 a Torino e, torinese era Angelo Moriondo, l’industriale che, nello stesso anno, depositò il primo brevetto di macchina da caffé espresso. La naturale evoluzione tecnologica di queste macchine fu quella di farle via via divenire meno ingombranti e più compatte, con la realizzazione della versione orizzontale.
Nell’esposizione possiamo ammirare le successive evoluzioni, con le macchine espresso per gli uffici, sino ad arrivare le versioni moderne delle macchiette per l’espresso “casalingo”. In tutte le vanianti.
Ma il “pezzo forte” di questa parte del museo, è senza dubbio la ISSpresso, realizzata da Argotec e Lavazza. Si tratta della prima macchina per il caffè espresso in capsule ad essere mandata nello spazio. Non poteva poi che essere l’astronauta Samantha Cristoforetti, il 3 maggio 2015, a bere il primo espresso preparato in volo con questo apparecchietto!
Sempre in questo spazio museale, quasi ad anticipare il successivo “Atelier”, potrete ritrovare Caballero e Carmencita, oltre ai mitici pulmini “Autobar”.
Cosa vedere nel Museo Lavazza a Torino:
Dall’Atelier all’Universo in chiave Lavazza.
Proseguendo nella visita al Museo Lavazza, lo sguardo e la fantasia viene catturata dalla grande Sala denominata “Atelier”. Non è un caso l’utilizzo di questo termine, visto che qui viene presentata tutta la creatività in fatto di marketing e pubblicità, cucita in 60 anni intorno al brand Lavazza. Per non dimenticare che il caffè è anche il manifesto delle connessioni sociali e della cultura italiana.
Una pubblicità “gentile”, mai invasiva, poetica e artistica allo stesso tempo!
Ce lo ricordano Caballero e Carmencita, onnipresenti, ma anche le postazioni delle “Nuvole”, tratte dalla campagna Paradiso, che dal 1995, con personaggi famosi come Tullio Solenghi, la coppia Bonolis/Laurenti, Brignano e Crozza, ci hanno fatto compagnia per oltre 20 anni con i loro esilaranti sketch.
Nell’Atelier Lavazza è possibile fruire delle 4 postazioni fotografiche per portare con sè le foto di da questo “set cinematografico”.
Ma la luminosa Sala riserva anche delle sorprese. Sapevate che c’è un soprabito dorato realizzato con gli involucri dei pacchetti di caffè? Conoscevate i “Calendari Lavazza”? Quando si parla di opere d’arte, la fotografia, soprattutto quella in bianco e nero, ha sempre il suo perchè.
Splendidi e raffinati gli scatti del primo calendario Lavazza datato 1993 – ’94, seducenti le immagini di Carla Bruni impresse da Ellen von Hunwerth, coinvolgenti e a tema sostenibilità gli scatti degli Earth Defenders, siglati da artisti del calibro di Steve Mc Curry, Joey L. e Denis Rouvre. Senza dimenticare il calendario del 2021, con 13 scatti dedicati alla New Humanity post pandemia.
Un tema, quello dell’Umanità, che viene ripreso pochi gradini più giù, nella Sala dell’Universo, visto attraverso il comune denominatore del Caffè.
Qui le immagini sono rese attraverso otto proiettori laser che rilanciano il video, a 360° gradi, su di una tenda a fili ellittica, rendendo possibile visualizzare la proiezione su entrambi i lati. Una proiezione multimediale immersiva che cattura l’immaginazione, trasportando il visitatore nel “ciclo di vita del caffè”, dalla piantagione alla tazzina presa al bar.
Una suggestione che prende i sensi attraverso i suoni e la musica di Ben Harper e che fa da accompagnamento alla proiezione delle immagini, facendo quasi “sentire” l’aroma del caffè spandersi intorno!
Una Sala in cui trionfano la tecnologia digitale ed il design, ma con un’impronta così delicata da non rendersene quasi conto!
Ci si rende invece conto della professionalità a 360 gradi, che ogni giorno impegna una grande schiera di persone sul cammino della qualità e della sostenibilità di un’eccellenza italiana! Anche in questo Museo d’Impresa, molto di più di un semplice museo!
Visita al Museo Lavazza a Torino: La degustazione finale.
Immancabile, quando si parla di caffè, è l’esperienza diretta che, al Museo Lavazza non manca. E’ la ciliegina sulla torta, l’experience finale di un percorso da “vivere, assaggiare e gustare con tutti i sensi”!
Si tratta della Lavazza Experience: la degustazione finale gratuita di una bevanda a base di caffè, inclusa nel biglietto di ingresso al Museo. Si può scegliere fra una degustazione di caffè o un Coffeetail, cioè un aperitivo/cocktail a base di caffè.
Nel nostro caso, intorno all’invitante bancone, abbiamo degustato un Coffeetail numero 10, un’ottima e dissetante bevanda analcolica a base di caffè e sciroppo di ciliegie, accompagnata da patatine spolverate con polvere di caffè.
- Ancora una volta la Lavazza mi ha piacevolmente sorpresa con le sue “provocatorie innovazioni”!
Non avrei mai pensato di degustare qualcosa di così buono. Le ricette utilizzate nei Coffeetail, mi sono adeguatamente informata, sono esclusive e nascono dalla collaborazione del Training Center Lavazza dedicato al Coffee Design e i grandi chef internazionali.
Le papille gustative, ovviamente, ringraziano per la scoperta!
Lavazza Group e il Progetto Artistico
“TOward 2030. What are you doing?”:
La street art dedicata agli obiettivi dell’Agenda 2030
dell’Onu per lo sviluppo sostenibile .
Appena usciti dal Museo Lavazza e ritornando sulla bella Piazza Verde, noterete, se già non lo avete fatto prima, un bel murales sull’edificio in Via Parma 24, con protagonista principale una farfalla.
Si tratta del murales “The Ode Of Collapse”, realizzato nel 2019 dalla Street Artist Mantra, nell’ambito dell’ iniziativa “Toward 2030 What Are You Doing?” In particolare, questo murales rappresenta il GOAL 13 –Lotta contro il cambiamento climatico, nell’ambito dei 17 Obiettivi stilati nell’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile.
Vi starete chiedendo: Ma cosa c’entra il Brand Lavazza con questi Murales? E’ presto detto, visto che Lavazza e il comune di Torino sono stati i promotori del progetto “Toward 2030 What Are You Doing?” nella città della Mole.
Si tratta di 18 murales (opere di arte urbana), realizzati da altrettanti urban artist di fama internazionale che, su 18 muri disseminati per la città, hanno “interpretato” in chiave artistica i 17 goal (più uno) dell’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile.
Il Gol aggiuntivo, il cosiddetto Goal Zero, in un certo senso, riassume l’importanza della diffusione del messaggio dei 17 goal, con i quali si vuole sensibilizzare i cittadini all’impegno nei confronti di obiettivi che riguardano e coinvolgono ciascuno di noi.
- La Lavazza ha condiviso i murales di “TOward 2030 What Are You Doing” anche lo strumento di Google Arts and Culture, per dare modo a tutti di poter prendere parte al raggiungimento di questi obiettivi strategici.
Tornando alla mia esperienza di visita, vi consiglio dei dedicare almeno un intero pomeriggio in giro per Torino, se volete ammirare tutte e 18 i murales in questione, dopo aver dedicato dalle 2 alle tre ore alla visita del Museo Lavazza.
Nelle vicinanze del Museo Lavazza, è possibile vedere altre due opere di Street Art legate a questa iniziativa, e vi consiglio di fare quest’esperienza.
- La prima è “Intrecci”, realizzata nel 2019 dallo Street Artist Monkeys Evolution. Il grande murales si trova nel Quartiere Aurora, in Corso Giulio Cesare 20. Corrisponde al GOAL 17 – Partnership per gli obiettivi: “rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile.”
- La seconda è “The Rubbish Whale”, realizzata nel 2018 dallo Street Artist Mr Fijodor. Il Murales si trova nel Quartiere di Porta Palazzo, in Corso Regina Margherita 140, angolo via Cagliero. Rappresenta il GOAL 14 – La vita sott’acqua: “conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile.” Ha come protagonista una balena, uno dei mammiferi più vulnerabili allo sviluppo umano indiscriminato.
Informazioni utili per visitare il Museo Lavazza a Torino:
Orari di visita e costi del biglietto.
E’ possibile visitare il Museo Lavazza a Torino dal mercoledì alla domenica, dalle ore 10.00 alle ore 18.00. L’ ultimo accesso è previsto alle ore 17.30.
Costi del biglietto di ingresso al Museo Lavazza
La visita al Museo Lavazza di Torino può essere effettuata scegliendo fra diverse tipologie di biglietti. Oltre al semplice ingresso, è prevista la possibilità di effettuare la visita guidata, la personalizzazione del tour, con l’inserimento di esperienze dedicate al mondo del caffè. Oltre a quanto detto, vi è la possibilità di effettuare delle visite combinate del Museo e dell’ Area Archeologica Lavazza.
Di seguito vi lascio le informazioni di dettaglio. Ricordate che per le diverse casistiche, i biglietti possono essere acquistati in loco o on-line. Vi consiglio di prenotare anticipatamente, soprattutto se volete effettuare degustazioni particolari.
Costi dei biglietti di ingresso.
- Intero adulti: 10 €;
- Ridotto studenti, over 65, under 26, titolari di apposite convenzioni: 8 €;
- Gratuito: Under 18 e persone con handicap (incluso accompagnatore).
Ecco il link per la prenotazione online.
INFORMAZIONE importante: I Titolari dell’Abbonamento Musei, i possessori della Torino+Piemonte Card o del Passaporto Culturale-Nati con La Cultura, hanno l’ingresso gratuito al Museo Lavazza. Dovranno pagare solo gli eventuali supplementi, come ad esempio i 5€ della visita guidata.
Se volete conoscere quali altri Musei sono inclusi nella Torino+Piemonte Card, o quali altre facilitazioni garantisce la card in questione, scaricate qui il pdf dedicato.
Costi dei biglietti di ingresso con visita guidata
- Adulti Intero 10€ + Visita Guidata 5€;
- Ridotto: (8+5) – 13€;
- Gli under 18 e gli accompagnatori di persone con handicap pagheranno la sola visita guidata .
Link per la prenotazione online
Biglietto per visita al Museo Lavazza e all’adiacente area Archeologica
Se volete acquistare il biglietto per la sola area archeologica è di 5€ e dà diritto alla visita guidata del sito, A questo costo dovrete aggiungere quello della visita al Museo, di cui sopra vi ho lasciato i dettagli.
Se volete partecipare agli qualcuno degli Eventi organizzati, prenotate per tempo e/o chiedete ulteriori informazioni ai seguenti contatti:
Contatti e link utili:
- Indirizzo -Via Bologna 32
- Per la prenotazione di gruppi potete scrivere a prenotazioni.museo@lavazza.com
- Se invece volete avere maggiori informazioni, potete chiamare al recapito telefonico 011 217 9621 oppure scrivere a info.museo@lavazza.com
- Sito web ufficiale
- Ubicazione su Mappa
Informazioni utili per visitare il Museo Lavazza a Torino:
Dove si trova e come arrivare.
Come già ho avuto modo di scrivervi sopra, il Museo Lavazza è ubicato nel Quartiere Aurora di Torino, limitrofo al suo centro storico. Il Museo è facilmente raggiungibile in auto, con i bus o a piedi da varie zone della città. Per vostra comodità, vi lascio le indicazioni su mappa dei percorsi da seguire con partenza dalla Stazione di Torino Porta Nuova.
Come arrivare al Museo Lavazza dalla Stazione Torino P.N. in auto e a piedi e con i bus
Arriverete in circa 15 minuti di auto (3,6 km), in condizioni di traffico scorrevole, percorrendo Corso Vittorio Emanuele II.
Parcheggi vicini – Vi consiglio di consultare la disponibilità del vicino Parcheggio Ancona GTT,
Se siete a piedi, ce la farete in circa 40 minuti.
In questo caso la passeggiata ci porterà nel cuore del centro storico di Torino sino al Lungo Dora Savona, per attraversare, in corrispondenza del ponte Bologna, il Fiume Dora Riparia. Dopo pochi metri sarete a destinazione.
Se invece avete pensato di rifocillarvi al Ristorante San Giors, prima di visitare il Museo Lavazza, il percorso da fare a piedi sarà molto più breve, solo una decina di minuti.
Come arrivare al Museo Lavazza con i bus
- Dalla stazione di Torino Porta Nuova al Museo è possibile arrivarci, ad esempio, con il bus n. 18 o il 4 delle linee urbane GT.
- Se invece vi trovate al Museo Egizio, usate il bus n. 27.
Visitare il Museo Lavazza a Torino: E poi, dove dormire?
Dell’Hotel Victoria & Iside Spa vi avevo già scritto in dettaglio nell’articolo dedicato alla visita di Villa della Regina.
La bella struttura a 4 stelle si trova nel cuore pulsante del centro storico di Torino, vicinissimo alle attrazioni turistiche più importanti. L’albergo, che si connota con l’atmosfera di un Boutique-Hotel, offre arredi eleganti negli spazi comuni, una sala colazioni raffinata, un incantevole giardino segreto e la meravigliosa Spa “Iside” con piscina coperta.
Lo consiglio a pieni voti!
- Dove si trova su mappa l’Hotel Victoria & Iside Spa.
- Valutazione delle recensioni su Google – 4,6
- Valutazione delle recensioni su TripAdvisor – 4,5
- Sito web ufficiale hotel
- Recapito Telefonico +39-011-561-1909
- E Mail – info@hotelvictoria-torino.com
Visitare il Museo Lavazza a Torino: E poi, dove mangiare?
Dopo aver visitato il Museo Lavazza e girovagato per la città alla ricerca delle opere di Street Art legate al progetto TOward 2030, vi sarà venuto sicuramente un certo languorino.
Torino offre una grande varietà di ristoranti e osterie! C’è solo l’imbarazzo della scelta, per tutti i gusti e per tutte le tasche. Oltre ai locali che già vi ho avuto modo di descrivervi, qui voglio proporvi due ristoranti diametralmente opposti fra di loro, direttamente provati e approvati.
Albergo – Ristorante San Giors.
Una vera istituzione per Torino, fra i più antichi della città. Se la data effettiva di apertura dell’attività è il 1815, non mancano però rimandi storici che fanno pensare all’esistenza della locanda già a metà del XV secolo. Fra gli avventori di spicco del tempo, vi sarebbero stati ambasciatori e grandi personaggi storici, fra i quali Chiara Gonzaga, che sostò nella locanda durante il viaggio di nozze con Gilberto di Borbone-Montpensier.
Oggi, la locanda situata in Via Borgo Dora, è un punto di riferimento per gli amanti della cucina tradizionale torinese e piemontese, che apprezzano anche le suggestioni, le atmosfere e gli arredi d’epoca. La qualità dei piatti tipici e l’eccellente ospitalità, rappresentano senza dubbio i pilastri del continuo successo di questo ristorante. Merito degli Chef e della nuova proprietà.
Tra i piatti tipici assaggiati, imperdibile è il vitello tonnato, preparato secondo i dettami della tradizione. Il risultato è impeccabile sia nel sapore che nell’aspetto: un meritato 10 e lode! Da non perdere anche il grande Bollito misto alla piemontese, che non ho avuto l’occasione di provare, ma che prevede l’uso di nove diversi tagli di carne.
- Informazioni e contatti
- Recapito Telefonico: +39 011 521 63 57
- E Mail: info@sangiors.it
- Indirizzo: Via Borgo Dora, 3/A – 10152 Torino
- Consultate il Menù
- Sito web ufficiale
- Ubicazione su mappa
Ristorante di Antonio Chiodi Latini
Se siete in cerca di una “cucina diversa” il Ristorante di Antonio Chiodi Latini è il luogo giusto per lasciarsi sorprendere. Il Ristorante, che prende il nome dello stesso Chef, è nato nel 2017 come evoluzione di un percorso “gastronomico-filosofico” sulle materie prime utilizzate in cucina.
Chiodi Latini è il cuoco delle terre, perché sono i vegetali la fonte primaria della sua cucina. Verdure, legumi e tuberi locali di stagione.
Anche se a prima vista potreste pensare ad un ristorante vegano o vegetariano, in pratica non è completamente così. Si tratta di una cucina “alternativa”, nella quale i prodotti della terra vengono trasformati in modo non usuale per ottenere i sapori “autentici”, quasi arcaici. Una “Underground vegetale cuisine”, come la chiama lo chef, fatta di grande ricerca e sperimentazione, ma anche di una grande qualità delle materie prime.
Entrando nel suo ristorante, verrete colpiti dalla sua inusuale cucina a vista. Gli ingredienti vengono cotti a basse temperature per non alterarne le caratteristiche nutritive e il loro profumo. Sul bancone trovano spazio evaporatori sotto vuoto, piccoli distillatori, apparecchi per la disidratazione e così via!
Un’esperienza da vivere in prima persona, quella di gustare i suoi piatti. Piatti che coinvolgono tutti i sensi, anche gli occhi, vista la grande profusione di colori che madre natura concede attraverso i prodotti della terra.
Antonio Chiodi Latini è affiancato nella sua impresa dalla figlia Giorgia, una giovane e determinata imprenditrice che riesce a trasmettere efficacemente i principi della cucina del “cuoco delle terre”.
I suoi Menù si basano sul numero di “interpretazioni” che sceglierete di fare. Vere “experience” colorate e profumate come La rossa francese, in cui la morbida patata francese “Vitelotte”, cotta a bassa temperatura, si sposa sapientemente con la buccia di rapa rossa, la salsa tamari e il caramello di bergamotto.
Dal Museo Lavazza potrete arrivare comodamente al Ristorante Chiodi Latini a piedi, in circa 25 minuti.
- Informazioni e contatti
- Indirizzo: V. Antonio Bertola, 20/B, 10122 Torino TO
- Telefono: 011 026 0053
- Sito web ufficiale
- Ubicazione su mappa
Torino è una città che riesce sempre ad ispirare: spero che inserirete anche voi la visita al Museo Lavazza fra le cose da vedere in questa città. Se l’articolo è stato di vostro gradimento, condividetelo sui canali social! Se volete fare due chiacchiere, potete trovarmi anche sulla Pagina Facebook di Spunti di Viaggio, su Linkedin, Pinterest o sul profilo Instagram. Se vi interessano altri Consigli di Viaggio, potreste consultare anche articoli su questo blog:
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⇒⇒ Articolo scritto in Collaborazione con Turismo Torino e Provincia.
12 comments
wow ma è davvero bellissimo! Non lo conoscevo. Davvero un posto carico di storia e tradizione! Grazie per queste splendide foto!
Ciao Andre! Torino sa sempre come stupire e il Museo Lavazza è un’esperienza emozionale unica da vivere e da visitare. Mi ha fatto stare bene, e Carmencita e Caballero rimangono mitici!
Non bevo caffè (sono praticamente l’unica al lavoro e tutti mi guardano come un alieno) ma visiterei molto volentieri il Museo Lavazza perché è il marchio è un pezzo significativo della storia imprenditoriale italiana! Mi piacerebbe poi fare un giro al quartiere Dora che non ho mai visitato!
Ciao Eliana! E sì, il Museo Lavazza a Torino è uno di quei Musei d’Impresa che riescono a raccontare un pezzo della nostra storia, non solo del Caffè!
Non bevendo caffè, ho tralasciato di visitare il Museo Lavazza dando priorità ai tanti magnifici musei che Torino offre. Di sicuro la prossima volta che soggiornerò in questa bellissima città non mancherò di andare a vederlo soprattutto per la sua architettura e per tornare indietro con la memoria grazie alle celebri campagne pubblicitarie.
Ciao Marina. A prescindere dal bere o meno il caffè, i 130 anni di storia di questo brand e tutto ciò che lo contorno, campagne pubblicitarie incluse e progetti di sostenibilità, fanno del Museo Lavazza a Torino, uno dei Musei d’impresa più belli che io abbia mai visto!
Ma che bello questo museo, davvero completo. Sono piemontese di origine, ma non ho ancora avuto modo di visitarlo. Anche a noi piace molto visitare musei che raccontano la storia di prodotti celebri del territorio!
Ciao Alessandra. Vale davvero la pena visitare il Museo Lavazza, sa sorprendere a 360 gradi!
Complimenti Mimì… Un articolo davvero dettagliato e ricco di informazioni riguardanti un museo troppo spesso tagliato fuori dai soliti giri turistici ma che offre un altro imperdibile punto di vista su Torino e sulla sua storia industriali! Felici che la nostra città ti abbia conquistato e speriamo che tu possa visitarla nuovamente così da trascorrere qualche momento insieme! Un abbraccio!
Quanto sarei felice di rivedervi, e magari proprio in questo splendido Museo, a Torino! Visitare il Museo Lavazza mi ha fatto meglio comprendere la realtà del fare impresa e curare un Brand così importante. Senza dimenticare l’aspetto ludico di questa struttura museale.
Non mi dispiacerebbe saperne di più in merito ad un marchio che ha fatto davvero la storia del nostro Paese. Lo inserirò sicuramente in un ipotetico viaggetto a Torino, spero di tornare presto in questa bella città.
Sono certa che non ti pentirai di inserire la visita al Museo Lavazza fra le cose imperdibili da vedere a Torino